Πέμπτη 2 Ιουνίου 2016

ΜΙΧΑΛΗΣ ΧΑΡΑΛΑΜΠΙΔΗΣ - (Για την αναγνώριση της Ποντιακής Γενοκτονίας από τον Δήμο της BOVA)

Είναι η πλέον σημαντική και όμορφη αναγνώριση που έρχεται από πολύ μακρυά.  Ανήκει μεγάλη τιμή στα αδέλφια μας της Καλαβρίας.

                                                                    
 C O M U N E  D I  B O V A
Provincia di Reggio Calabria
 DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
                                                           REGISTRO DELIBERE  N°2 DEL 17/03/2016

OGGETTO: Solidarieta’ al Popolo Greco per il genocidio di Pontos
L’anno duemilasedici, il giorno diciassette del mese di Marzo ore 17,00, nella sala delle adunanze consiliari del Comune di Bova, si è riunito in seduta pubblica il Consiglio Comunale convocato in sessione straordinaria di 1^ convocazione con avvisi scritti in data 14/03/2016, consegnati a norma di legge ai Sigg. Consiglieri Comunali proclamati eletti.

                                                         IL CONSIGLIO
PREMESSO che questo comune ha radici che affondano storicamente nella cultura grecanica quale patrimonio di una delle più importanti minoranze linguistico-culturali della regione Calabria e dello stato italiano;
ACCERTATO che, nel comune sentire della popolazione di questo Comune, vi è, da tempo immemorabile, un largo sentimento di forte identità culturale che evidenzia la ricchezza dell’eredità lasciata dai padri e che maggiormente si manifesta nella lingua parlata ma anche nelle tradizioni;
CONSIDERATO, quindi, che anche in occasione di visite e scambi culturali con comuni della “madre Patria” il legame tra questa popolazione e la Grecia si è irrobustito e, in più occasioni, è stato motivo di ricerca delle proprie radici culturali e della identità dei “Greci di Calabria”;
DATO ATTO che il prossimo 19 maggio c.a. ricorre il giorno della memoria delle vittime del genocidio dei greci di Pontos;
VISTA l’allegata scheda illustrativa e ritenuto di dover esprimere solidarietà al popolo greco di Pontos;
DATO ATTO che già la Giunta Comunale, con propria delibera n. 11 dell’1/03/2016, aveva manifestato solidarietà al popolo greco di Pontos ed oggi si sottopoine al Consiglio Comunale perché la faccia propria;
Visto il D. L.gs 267/2000;
All’unanimità,
                                                             D E L I B E R A
DI ESPRIMERE solidarietà piena al popolo greco di Pontos sofferente a causa della ferita mai rimarginata del genocidio subito tra il 1914 e il 1923 e che costò un elevatissimo numero di vite umane;
DI FAR PROPRIA la delibera della GM n. 11 dell’1/03/2016 nonché la scheda illustrativa ivi allegata,del genocidio in oggetto nonché le motivazioni in essa contenute la quale fa parte integrante e sostanziale del presente deliberato.


Allegato alla delibera della GM n. 11 dell’01/03/2016
                              RICONOSCIMENTO DEL GENOCIDIO DEI GRECI DI PONTOS
                               19 MAGGIO GIORNO DI MEMORIA DELLE SUE VITTIME
La regione di Pontos nella zona del nord dell’Asia Minore sul mare Eusino, ha rappresentato per millenni avanti e dopo Cristo un grande centro della civiltà ellenica.
Il filosofo Diogene al quale dobbiamo la parola cosmopolita, politis del kosmos, cittadino del mondo, era di origine pontiaca. Come il grande geografo e storico Strabone. Era del Pontos una grande personalità, al quale il rinascimento italiano ed europeo devono molto, il filosofo umanista e uomo della Chiesa il cardinal Bessarione il Trebizuntino.
L’occupazione ottomana di Pontos nel 1461 si accompagna alla distruzione di questo grande centro di cultura. Gli ottomani applicano una politica di disarticolazione demografica, di alienazione e distruzione dell’identità culturale, religiosa ed etnica dei greci di Ponto. Con le politiche di islamizzazione forzata l’ottomanesimo ha fatto scuola mondiale di come si distrugge l’identità, l’unità di un popolo e l’anima, lo spirito di un luogo.
Ma è nel periodo 1914-1923 che abbiamo nel Ponto la perfezione moderna dei meccanismi ottomani di distruzione di un popolo, gestori dei quali sono ormai i nuovi turchi e i loro continuatori kemalisti.
L’idea utopica, razzista e totalitaria della creazione di una nazione e uno stato turco nell’Asia Minore, patria di culture e religioni millenarie, presupponeva l’eliminazione fisica, il genocidio dei popoli autoctoni dell’Asia Minore, gli armeni, gli assiri, i greci, i curdi che hanno resistito.
La macchina della morte nel Ponto ha avuto livelli di funzionamento molto elevati. L’orrore della violenza kemalista nel Ponto è paragonabile o forse supera i livelli della violenza che ha conosciuto l’umanità nel ventesimo secolo. La maggioranza delle vittime erano donne e bambini. Era un femminicidio, una ginekoctonia sistematica e perfetta. 353.000persone, su un totale di 750.000, mila sono state eliminate.
Kemal arriva nel Ponto il 19 maggio del 1919 e organizza personalmente l’apparato genocida. Sempre dal Ponto, da Trebizonde coordina personalmente nel 1938 il genocidio dei Curdi nella regione del Dersim nell’Asia Minore.
La logica degli stati e ragioni geopolitiche particolarmente dopo l’adesione della Turchia alla NATO nel 1952, hanno imposto il silenzio sul genocidio dei greci del Ponto.
Negli ultimi vent’anni, le grandi trasformazioni geopolitiche portano al indebolimento e alla caduta delle catene geoculturali della memoria dei popoli dell’Asia Minore.
La verità prende la rivincita sull’oblio e sulla menzogna, la ΑΛΗΘΕΙΑ- ALITHIA sul ΛΗΘΗ- LITHI oblio. A- LITHIA significa nella lingua greca no all’oblio.
Molti States negli Stati Uniti con primo quello di New York quando suo governatore era George Petaki di origine pugliese, hanno riconosciuto il genocidio Pontiaco. Ha seguito il Parlamento Europeo in una sua mozione nel 2006. Il parlamento svedese sulle vie umanitarie di Olof Palme, riconosce nel 2010 il genocidio dei greci di Pontos come quello degli armeni e degli assiri. L’ultimo riconoscimento di alto valore storico, politico e morale è il riferimento del Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joachim Gauck, al genocidio pontiaco.
Come continuatori di questo interesse e sensibilità per il rispetto della memoria delle vittime del genocidio dei greci di Ponto, la Giunta Comunale di stabilisce il 19 maggio come giorno di memoria del genocidio pontiaco. Dichiara che, le istituzioni non solo regionali ma molto di più quelle nazionali, il Parlamento italiano deve riconoscere il genocidio dei greci di Ponto. Si tratta di un obbligo e dovere storico, morale e politico. Questo insegna e chiede la storia.
L’Italia più degli altri paesi europei deve essere protagonista in questo campo umanitario, umanista che riemerge nella regione storica dell’Asia Minore. Zona del humanità la considerava Cicerone.
Le vittime dei nuovi turchi e dei kemalisti hanno diritto di un giorno di memoria europea come le vittime del nazismo hanno il 27 gennaio come giorno di memoria.
Il cardinale Bessarione, la tomba del quale si trova nella Chiesa di Santi Apostoli al centro di Roma, sentirà pacificata la sua anima dal nostro risveglio umanista. Particolarmente in questi tempi che il governo kemaloislamista continua l’assassinio sistematico della lingua più vicina al greco antico che parlano oggi nel Ponto odierno, i pontiaci islamizzati e criptocristiani.
Una delle ultime vittime della politica di distruzione finale della presenza e dell’identità pontiaca è la trasformazione della Chiesa di Santa Sofia di Trebisonde, un opera architettonica di grande valore estetico, in moschea musulmana.
L’integrazione dell’Asia Minore nell’UE deve significare il ritorno dell’umanesimo nell’Asia Minore e la rinascita delle sue tessere culturali, storiche e non la legalizzazione del loro annientamento totale.