Είναι η πλέον σημαντική και όμορφη αναγνώριση που έρχεται
από πολύ μακρυά. Ανήκει μεγάλη τιμή στα
αδέλφια μας της Καλαβρίας.
C O M U N E D I B O
V A
Provincia
di Reggio Calabria
DELIBERAZIONE DEL CONSIGLIO COMUNALE
REGISTRO DELIBERE N°2 DEL
17/03/2016
OGGETTO:
Solidarieta’ al Popolo Greco per il genocidio di Pontos
L’anno duemilasedici,
il giorno diciassette del mese di Marzo ore 17,00, nella
sala delle adunanze consiliari del Comune di Bova, si è riunito in seduta
pubblica il Consiglio Comunale convocato in sessione straordinaria di 1^
convocazione con avvisi scritti in data 14/03/2016, consegnati a norma di
legge ai Sigg. Consiglieri Comunali proclamati eletti.
IL CONSIGLIO
PREMESSO
che questo comune
ha radici che affondano storicamente nella cultura grecanica quale patrimonio
di una delle più importanti minoranze linguistico-culturali della regione
Calabria e dello stato italiano;
ACCERTATO
che, nel comune
sentire della popolazione di questo Comune, vi è, da tempo immemorabile, un
largo sentimento di forte identità culturale che evidenzia la ricchezza
dell’eredità lasciata dai padri e che maggiormente si manifesta nella lingua
parlata ma anche nelle tradizioni;
CONSIDERATO, quindi, che anche in occasione di
visite e scambi culturali con comuni della “madre Patria” il legame tra
questa popolazione e la Grecia si è irrobustito e, in più occasioni, è stato
motivo di ricerca delle proprie radici culturali e della identità dei “Greci
di Calabria”;
DATO ATTO
che il prossimo 19
maggio c.a. ricorre il giorno della memoria delle vittime del genocidio dei
greci di Pontos;
VISTA l’allegata scheda illustrativa e
ritenuto di dover esprimere solidarietà al popolo greco di Pontos;
DATO
ATTO che già la
Giunta Comunale, con propria delibera n. 11 dell’1/03/2016, aveva manifestato
solidarietà al popolo greco di Pontos ed oggi si sottopoine al Consiglio
Comunale perché la faccia propria;
Visto il D.
L.gs 267/2000;
All’unanimità,
D E L I B E R A
DI
ESPRIMERE solidarietà
piena al popolo greco di Pontos sofferente a causa della ferita mai rimarginata
del genocidio subito tra il 1914 e il 1923 e che costò un elevatissimo numero
di vite umane;
DI FAR
PROPRIA la delibera
della GM n. 11 dell’1/03/2016 nonché la scheda illustrativa ivi allegata,del
genocidio in oggetto nonché le motivazioni in essa contenute la quale fa parte
integrante e sostanziale del presente deliberato.
Allegato
alla delibera della GM n. 11 dell’01/03/2016
RICONOSCIMENTO
DEL GENOCIDIO DEI GRECI DI PONTOS
19
MAGGIO GIORNO DI MEMORIA DELLE SUE VITTIME
La regione
di Pontos nella zona del nord dell’Asia Minore sul mare Eusino, ha
rappresentato per millenni avanti e dopo Cristo un grande centro della civiltà
ellenica.
Il filosofo
Diogene al quale dobbiamo la parola cosmopolita, politis del kosmos, cittadino
del mondo, era di origine pontiaca. Come il grande geografo e storico Strabone.
Era del Pontos una grande personalità, al quale il rinascimento italiano ed
europeo devono molto, il filosofo umanista e uomo della Chiesa il cardinal
Bessarione il Trebizuntino.
L’occupazione
ottomana di Pontos nel 1461 si accompagna alla distruzione di questo grande
centro di cultura. Gli ottomani applicano una politica di disarticolazione
demografica, di alienazione e distruzione dell’identità culturale, religiosa ed
etnica dei greci di Ponto. Con le politiche di islamizzazione forzata l’ottomanesimo
ha fatto scuola mondiale di come si distrugge l’identità, l’unità di un popolo
e l’anima, lo spirito di un luogo.
Ma è nel
periodo 1914-1923 che abbiamo nel Ponto la perfezione moderna dei meccanismi
ottomani di distruzione di un popolo, gestori dei quali sono ormai i nuovi
turchi e i loro continuatori kemalisti.
L’idea
utopica, razzista e totalitaria della creazione di una nazione e uno stato
turco nell’Asia Minore, patria di culture e religioni millenarie, presupponeva
l’eliminazione fisica, il genocidio dei popoli autoctoni dell’Asia Minore, gli
armeni, gli assiri, i greci, i curdi che hanno resistito.
La macchina
della morte nel Ponto ha avuto livelli di funzionamento molto elevati. L’orrore
della violenza kemalista nel Ponto è paragonabile o forse supera i livelli
della violenza che ha conosciuto l’umanità nel ventesimo secolo. La maggioranza
delle vittime erano donne e bambini. Era un femminicidio, una ginekoctonia
sistematica e perfetta. 353.000persone, su un totale di 750.000, mila sono state
eliminate.
Kemal
arriva nel Ponto il 19 maggio del 1919 e organizza personalmente l’apparato
genocida. Sempre dal Ponto, da Trebizonde coordina personalmente nel 1938 il
genocidio dei Curdi nella regione del Dersim nell’Asia Minore.
La logica
degli stati e ragioni geopolitiche particolarmente dopo l’adesione della
Turchia alla NATO nel 1952, hanno imposto il silenzio sul genocidio dei greci
del Ponto.
Negli
ultimi vent’anni, le grandi trasformazioni geopolitiche portano al
indebolimento e alla caduta delle catene geoculturali della memoria dei popoli
dell’Asia Minore.
La verità
prende la rivincita sull’oblio e sulla menzogna, la ΑΛΗΘΕΙΑ- ALITHIA sul ΛΗΘΗ- LITHI oblio. A- LITHIA significa
nella lingua greca no all’oblio.
Molti
States negli Stati Uniti con primo quello di New York quando suo governatore
era George Petaki di origine pugliese, hanno riconosciuto il genocidio
Pontiaco. Ha seguito il Parlamento Europeo in una sua mozione nel 2006. Il
parlamento svedese sulle vie umanitarie di Olof Palme, riconosce nel 2010 il
genocidio dei greci di Pontos come quello degli armeni e degli assiri. L’ultimo
riconoscimento di alto valore storico, politico e morale è il riferimento del
Presidente della Repubblica Federale Tedesca Joachim Gauck, al genocidio pontiaco.
Come
continuatori di questo interesse e sensibilità per il rispetto della memoria
delle vittime del genocidio dei greci di Ponto, la Giunta Comunale di
stabilisce il 19 maggio come giorno di memoria del genocidio pontiaco. Dichiara
che, le istituzioni non solo regionali ma molto di più quelle nazionali, il
Parlamento italiano deve riconoscere il genocidio dei greci di Ponto. Si tratta
di un obbligo e dovere storico, morale e politico. Questo insegna e chiede la
storia.
L’Italia
più degli altri paesi europei deve essere protagonista in questo campo
umanitario, umanista che riemerge nella regione storica dell’Asia Minore. Zona
del humanità la considerava Cicerone.
Le vittime
dei nuovi turchi e dei kemalisti hanno diritto di un giorno di memoria europea
come le vittime del nazismo hanno il 27 gennaio come giorno di memoria.
Il
cardinale Bessarione, la tomba del quale si trova nella Chiesa di Santi
Apostoli al centro di Roma, sentirà pacificata la sua anima dal nostro
risveglio umanista. Particolarmente in questi tempi che il governo
kemaloislamista continua l’assassinio sistematico della lingua più vicina al
greco antico che parlano oggi nel Ponto odierno, i pontiaci islamizzati e
criptocristiani.
Una delle
ultime vittime della politica di distruzione finale della presenza e
dell’identità pontiaca è la trasformazione della Chiesa di Santa Sofia di
Trebisonde, un opera architettonica di grande valore estetico, in moschea
musulmana.
L’integrazione dell’Asia Minore nell’UE deve
significare il ritorno dell’umanesimo nell’Asia Minore e la rinascita delle sue
tessere culturali, storiche e non la legalizzazione del loro annientamento
totale.